La valle del Nobel
Golgi e la sua Valle
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Camillo Golgi trascorre la sua infanzia e i primi studi fra la Valle Camonica e Pavia. Dopo un lungo “esilio” universitario, il conseguimento della laurea in medicina e un intenso periodo carico di impegni come medico patologo e ricercatore, il ritorno nella sua valle è in occasione del viaggio di nozze.
Il matrimonio avviene il 28 ottobre 1877 e da allora, a testimonianza dell’attaccamento al paese natale, Golgi trascorre parte delle vacanze estive in montagna, soggiornando ad Aprica. Si appassiona anche ad alcuni progetti per la sua valle: infatti aderisce al comitato promotore per la ferrovia elettrica Edolo-Aprica-Tirano, si impegna per la costruzione di un asilo a Corteno e si interessa al fenomeno delle fonti ferruginose. |
Il Comprensorio Alta Valle Camonica
Il comprensorio montano dell’alta Valle Camonica che confina con la Valtellina, rappresenta un’area particolarmente ricca di attrazioni per un turismo ecosostenibile, culturale e sportivo.
La Riserva Naturale delle Valli di Sant’Antonio
A pochi chilometri da Corteno Golgi, vi è la Riserva Naturale Valli di Sant’Antonio, estesa su una superficie di 210 ettari comprendente le Valli Brandét e Campovecchio. Sono aree ricche di biodiversità e di fauna alpina e costituiscono una meta ambita per escursionisti e naturalisti. La fauna è composta da camosci e caprioli, cervi e stambecchi. Vi nidifica pure l’aquila reale.
Nelle vicinanze sono raggiungibili anche il magnifico Lago Pìcol che, a dispetto del nome, è il più grande delle Alpi Orobie a quota 2.400 (profondità 65,4 m, estensione 123.000 mq); l'Alta Via n.7, o Sentiero 4 Luglio, che contorna le due vallate ed è il percorso dell'omonima SkyMarathon che si corre a luglio ogni anno. Qui sono anche nati i primi Sentieri Mountain Fitness® di tutta la Lombardia.
Recente l'inaugurazione del Sentiero Beato Pier Giorgio Frassati, il frate domenicano che amava la montagna e a cui sono intitolati diversi percorsi in tutta Italia. Il Sentiero Frassati collega il borgo di Sant'Antonio di Corteno Golgi con il Rifugio CAI Valtellina di Aprica.
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La pesca tradizionale e la tecnica alla mosca sono praticate nel torrente Ogliolo e nelle due valli di Sant’Antonio dove si trovano le trote fario e i pregiati salmerini della Riserva comunale di Pesca che l’ente comunale ha istituito molti anni fa. La riserva confina con il Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi che include l’Osservatorio eco-faunistico.
L’area è anche caratterizzata dalla presenza di diversi impianti sciistici (del comprensorio Corteno-Aprica) che fanno della stazione turistica una tra le più attrezzate dell’arco alpino anche con la moderna seggiovia quadriposto del Baradello. |
La Segheria veneziana di Corteno Golgi
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A pochi metri dal centro abitato di Corteno Golgi, lungo il torrente Ogliolo, sorge la Segheria veneziana dei “Calefe” costruita nel 1879 e in funzione fino alla fine degli anni novanta. Rappresenta una “parte” di storia della vallata ma anche della economia dell’intera regione di estrema importanza. La segheria detta "alla veneziana" si è diffusa proprio ai tempi della Repubblica di Venezia nelle zone ricche di legname. |
L'edificio presenta una forma rettangolare allungata, un piano seminterrato in muratura, un pavimento con ciottoli di fiume, una struttura di pilastri e capriate di legno che sorregge una copertura sempre di legno.
La Segheria veneziana è a funzionamento idrico. L'acqua viene prelevata dal torrente e condotta alla segheria con un canale di legno. Un sistema biella-manovella permette la trasmissione del moto dalla ruota al telaio della sega.
Il telaio scorre all'interno di un portale di legno o su guide d'acciaio e la lama è messa in tensione sul telaio mediante due staffe di ferro. La lama segue un movimento verticale sincronizzato con il sistema. Il tronco da segare è posto su un carro e fissato mediante una stanga e due cunei.
Chiesa di San Martino Franco
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La Chiesetta di San Martino Franco ha un’origine molto antica, probabilmente risalente a prima del X secolo. Sorge su un’altura che domina Corteno Golgi e vicina ai resti di alune grosse mura, forse appartenenti ad un antica fortezza. La Pieve è dedicata a San Martino, patrono dei monaci francesi di Tours, che nei paesi limitrofi fondarono numerosi conventi.
Il portale non è in asse con il centro della facciata. Vi sono tracce esterne di un intervento decorativo probabilmente molto antico: al centro della facciata sopra il portale c’è un occhio di bue e nella zona del presbitero si vedono dei tratti ad archetti. All’interno, vi sono degli affreschi, alcuni databili 1.400 e altri posteriori. |
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